Una moltitudine di virus influenzali altamente patogeni, simili per caratteristiche alla Spagnola, la terribile influenza responsabile della pandemia che tra il 1918 e il 1920 causò oltre 50 milioni di morti in tutta Europa, potrebbero presto scatenare una emergenza planetaria. A lanciare l’allarme è un team di ricercatori australiani della School of Public Health dell'University of New South Wales, che riferisce sia in atto uno sviluppo esponenziale di nuove forme di influenza altamente contagiose. Ad oggi, evidenziano gli esperti, la comunità scientifica mondiale ha identificato 19 differenti forme di virus trasmissibili fra gli esseri umani nell'ultimo secolo, sette delle quali scoperte negli ultimi cinque anni. Il rischio di una vasta e letale pandemia, di dimensioni paragonabili a quelle della Spagnola, altrimenti conosciuta come la “Grande influenza” o “Epidemia spagnola”, è altissimo.
Urbanizzazione e cambiamenti climatici favoriscono i virus
La comparsa senza precedenti di nuove forme non si spiega con una migliore identificazione di casi, scrive sulla rivista Archives of Public Health la responsabile dello studio, l'epidemiologa Raina MacIntyre. "La domanda è perché?", si chiede. "Alcune spiegazioni sono fattori come il cambiamento climatico e il suo impatto sui patogeni e fenomeni come l'urbanizzazione, ma nessuno di questi fattori si è intensificato al tasso con cui sono emersi nuovi virus, quindi sono in gioco altri fattori". All'influenza spagnola fece seguito un periodo di 40 durante i quali non emerse alcuna nuova forma di influenza, e dopo di allora un'altra pausa di 10 anni. Ma negli ultimi 15 anni ha preso piede la comparsa di nuove forme. "Questi virus - osserva la ricercatrice - si reinventano tutto il tempo".
Attuali virus sembrano incapaci di creare danni, ma non è così
Certo, ammette la stessa scienziata, le forme di influenza che si sono sviluppate negli ultimi anni sono trasmissibili soltanto dagli uccelli agli umani, ma non tra persone. E’ altresì vero che i casi letali sono stati pochi, e un non addetto ai lavori potrebbe erroneamente pensare non vi siano più pericoli. Ma le cose sono ben diverse. Il gran numero di virus influenzali identificati in questi anni, capaci di trasmettersi fra gli uccelli, è soggetto ad un elevatissimo rischio mutazione che li renderebbe immediatamente trasmissibili fra gli esseri umani.
I ricercatori australiani: "Vietare la vendita di uccelli vivi"
I ricercatori della School of Public Health dell'University of New South Wales invitano i singoli governi, e le autorità preposte, a mettere quanto prima dei bandi che impediscano la commercializzazione di uccelli vivi - specie nei mercati umidi in Asia -, così da ridurre il contagio fra gli uccelli, e di incrementare il numero dei controlli sul pollame vivo o macellato di fresco in tutti quei mercati umidi, così da impedire che il pubblico venga in contatto con liquidi corporei di animali infetti. I rischi sono reali, sottolinea MacIntyre, ma con l’attuazione di piani di controllo e prevenzione si può evitare una pandemia dalle conseguenze catastrofiche. La studiosa, in preparazione di una possibile pandemia, fa appello a una più stretta collaborazione fra paesi, e direttamente fra le agenzie di prima risposta.

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